Sognavi lunghe passeggiate serene con il tuo cane e invece sono tutte sfacchinate in cui non si capisce chi porta al guinzaglio chi?
Avevi la casa come un confetto e adesso sembra un campo minato?
Avevi mobili, sedie, tappeti di valore che adesso sono rosicchiati qua e la?
Hai dovuto rinunciare ad indossare gonne lunghe, capotti, frange, lacci e scarpe nuove?
Hai litigato con i vicini del piano di sopra, del piano di sotto, i vicini del pianerottolo difronte perché in tua assenza in cane abbaia e ulula?
Ti scappa il cane ogni volta che si apre il cancello?
E chi più ne ha più ne metta…
“C’è bisogno di un educatore” ti diranno!
Ma chi è questo fantomatico educatore?
Lo immagini già con un vestito da super eroe, che volando ed entrando dalla finestra, in un battito di ciglia risolverà tutti i tuoi problemi, senza alcuna difficoltà e come per magia il tuo caterpillar diventerà il cagnolino che sognavi quando lo hai adottato.
Poi invece però, arriva il momento dell’incontro vero e della prima CONSULENZA COMPORTAMENTALE.
E cosi, fai un scoperta inaspettata…imprevedibile, scopri cioè che il vero lavoro con l’educatore dovrai farlo tu in primis e il tuo amico peloso di conseguenza.
Eh già, per l’educatore cinofilo è l’educatore del binomio PRORIETARIO-CANE.
Non è lì per risolverti il problema, ma è lì per dare a te gli strumenti per farlo.
Il vero educatore del tuo cane sarai tu, imparando con pazienza e impegno da dove nasceva il problema, quali erano i disagi del tuo cane a cui conseguivano i tuoi, il perché e il percome di certi fastidiosi comportamenti e la modalità di risoluzione: prima tra tutti la COMUNICAZIONE INTERSPECIFICA.
Eh già, quella strana parola che sta ad indicare che se il tuo cane sembra non capire, forse non sta capendo davvero e forse non sta capendo perché tu non hai ancora gli strumenti giusti per farti capire.
Quando un cane fa qualcosa che crea danno al proprietario, generalmente sta vivendo un disagio nato probabilmente da un difetto di comunicazione e comprensione.
L’educatore fungerà da interprete di due lingue che sembrano simili ma in realtà divergono in molte cose.
Un po’ come se parlassimo italiano con un giapponese che coglierà qualche gesto qua e là del nostro discorso, ma interpreterà a modo suo ciò che abbiamo detto e quindi risponderà di conseguenza.
Questo è esattamente quello che succede con i nostri cani, fino a quando parleremo lingue diverse non ci capiremo mai fino in fondo, e l’educatore ha esattamente questo compito, creare quella connessione tra linguaggio non verbale del cane e verbale dell’uomo che renda chiara al cane la richiesta e al proprietario le necessità e i bisogni del proprio amico peloso.
Non esiste un metodo standard, non esiste una tempistica fissa, ogni percorso deve essere creato ad hoc sul cane e sulla sua problematica, valutando le varianti (età, stato di salute, carattere, predisposizione di razza, contesto familiare, vissuto precedente, abitudini e stili di vita del proprietario, etc.)
Ma soprattutto il percorso va scelto e costruito anche tenendo presente il proprietario, la sua voglia di collaborare, il tempo, i mezzi e gli spazi a disposizione.
La consulenza, ovvero il rimo incontro conoscitivo con il proprietario e il cane, ci darà modo di farci un idea iniziale e di incentrare un percorso personalizzato da poter cambiare in corso d’opera a seconda dei risultati man mano ottenuti, il tutto di comune accordo con il proprietario e la sua disponibilità a collaborare in tutto e per tutto.
Capire la lingua dell’altro permette di creare relazioni e migliorare rapporti che sembrano ormai sull’orlo di una crisi, e che senza magia ,ma solo con buona volontà possono piano piano ricostruirsi e rafforzarsi.
È sufficiente che vengano snocciolati i problemi e che si impari a mettersi per un attimo dall’altro lato e riusciremo a capire come vede o interpreta il nostro cane certe situazioni, certi suoni, certi gesti per capire subito dove sbagliamo e come correggerci, sin da subito.
Il mio primo obbiettivo nel lavoro è rendere i cani sereni, e far diventare i proprietari esattamente quello che i cani pensano di loro appena li vedono varcare la soglia di casa.
Il cane può non vederti per cinque minuti eppure quando tornerai sarà l’essere più felice della terra, perché noi nella vita possiamo avere tanti cani, ma lui avrà solo noi nella sua.
Questo concetto deve aiutare i proprietari a capire quanto possano essere importanti agli occhi dei loro cani e quanto un cane non abbia alcun piacere nel creare attrito e prendere rimproveri, ma semplicemente a volte non capisce come e dove sbaglia.
Se i cani ragionassero come noi nn avrebbero quattro zampe e la coda, se sono diversi fisicamente vuol dire che lo sono geneticamente e quindi anche nel modo di ragionare e affrontare le situazioni.
Se ti ritrovi in almeno una delle situazioni descritte chiamami per prenotare una CONSULENZA COMPORTAMENTALE PROFESSIONALE e da lì scegliere il pacchetto di lezioni più indicato per il tuo caso.
“Lavoriamo insieme per diventare ciò che il tuo cane pensa di te appena ti vede varcare la soglia di casa”
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